Learning Love
Ho incontrato il lavoro del Learning Love nel 2008. A quel tempo si chiamava Co-dipendency. Nel 2009 ho iniziato ad assistere i miei insegnanti, il dr. Krishnananda T. Trobe e Amana G. Trobe, nei loro gruppi in Italia e all’estero, formandomi come insegnante del Learning Love Institute di Sedona. Sono stata insegnante certificata del Learning Love Institute da Agosto 2013 fino a Febbraio 2023.
cos’è
Nella lingua inglese, Learning Love, il verbo viene usato nella forma continuativa: questo perché l’amore è qualcosa che continuiamo a imparare sempre nell’arco della nostra vita e si trasforma anche in base alla nostra crescita ed esperienze personali.
È un lavoro estremamente pratico rivolto a tutti coloro che hanno il desiderio di migliorare la qualità della loro vita e delle loro relazioni.
Si occupa di tutti quegli aspetti del quotidiano, in cui ci troviamo a rispondere a determinate situazioni come:
– i conflitti con i nostri cari,
– le relazioni col nostro partner,
– le preoccupazioni per i nostri figli o genitori,
– le relazioni coi colleghi di lavoro,
– lo stress in generale.
Intraprendere questo percorso aiuta a vivere la vita da uno spazio di Azione e non di Re-Azione. La Re-Azione è vista come una risposta automatica ad una situazione esterna, un’abitudine che ci porta ad essere come un cane che si morde la coda. L’Azione è rispondere agli eventi della vita in base ad un’intuizione e non in base ad un impulso. L’intuizione riguarda i nostri reali sentimenti e desideri, superando la reazione impulsiva, cieca, che spesso arriva da uno spazio ferito.
la Presenza
Learning Love prevede anche l’insegnamento della meditazione, un elemento essenziale per poter essere connessi al nostro corpo, alle nostre emozioni e sensazioni oltre che ai nostri pensieri. La meditazione aiuta ad essere consapevoli e presenti e a cogliere, per trasformarli, quegli eventi irrisolti del passato che continuano ad influenzare le relazioni con gli altri e con noi stessi.
gli obiettivi
Il focus del lavoro è aiutare le persone a:
– riconnettersi ad una fiducia di base in se stessi,
– imparare l’arte dell’intimità profonda e della presenza,
– relazionarsi con noi stessi e con gli altri da uno spazio di vulnerabilità.
Immaginiamo che il nostro essere sia formato da tre cerchi concentrici.
Il cerchio più esterno è quello che chiamiamo PROTEZIONE, è uno scudo che ci siamo creati sin da bambini per proteggerci e che ci permette di esercitare un po’ di controllo sulla nostra vita spesso caotica. La nostra protezione tenta di evitarci di provare più paura e dolore. I modi per farlo sono molti: reprimendo la nostra energia vitale e limitando le esperienze tanto da tenerci al sicuro, distraendoci con dipendenze da sostanze o da comportamenti, litigando, compiacendo, chiudendoci in noi stessi, manipolando, seducendo, tenendoci occupati, etc. È importante non considerare lo stato di protezione come uno spazio negativo. È il nostro non esserne consapevoli che lo rende tale.
Il secondo rappresenta lo strato della nostra VULNERABILITÀ FERITA. In questo spazio ci ritroviamo nel momento in cui nella nostra vita molti di noi hanno subito delle esperienze dolorose che ci hanno segnato nel profondo. Lo spazio di vulnerabilità ferita è un luogo dove proviamo paura e vergogna.
Il centro è l’ESSENZA, è lo spazio in cui nasciamo. Qui ci sono le nostre qualità fondamentali e doti naturali con cui siamo nati. Alcune di queste qualità sono universali come amorevolezza, gioia, entusiasmo, vitalità e fiducia. Altre sono uniche e individuali. Sono i nostri doni speciali, i nostri talenti, interessi e il modo in cui si esprime la nostra energia vitale. Nel centro noi siamo perfettamente a nostro agio con la vita, apprezziamo i nostri doni e la nostra unicità senza più sentire il bisogno di grandi sforzi.